Dunque, per chi vota la psicosintesi? Per la sinistra, ovviamente. Perché è la sinistra che incarna il nostro desiderio di rinnovamento e di trasformazione. E non è questo che cerchiamo di fare avvenire nella psicosintesi?
Per la destra: è chiaro. Perché la destra più che altre parti politiche si preoccupa di rispettare e preservare quei valori e quei principi che rischiano di essere travolti dall'andazzo dei tempi.
No, la psicosintesi vota per il centro. Se ci si pensa bene, il centro è un tema essenziale della psicosintesi: l'equilibrio fra gli opposti, l'equidistanza e l'equanimità.
La verità è che la psicosintesi di per sé non è per nessuna parte politica. Assagioli stesso ha sempre evitato il coinvolgimento con la politica del presente: chi costruisce il futuro, diceva, citando Keyserling, non prende parte alle beghe del presente.
Ma è anche vero che la psicosintesi ci può aiutare a capire i nostri tempi. Studiando anni fa le note di Assagioli nel suo archivio su questo argomento, ho scoperto varie idee interessanti sulla psicosintesi sociale.
Assagioli interpreta la società come un individuo. Anche la società può essere più o meno evoluta. Può essere infantile, adolescenziale, matura, o avere la saggezza e i malanni della vecchiaia. Può essere lacerata dai conflitti, oppure unita. Può essere costituita da varie subpersonalità in lotta fra loro. Può attraversare periodi di straordinaria creatività, come la Grecia classica o la Firenze del Rinascimento, oppure fasi di staticità o involuzione.
Guardando alle tendenze di base della politica, da sempre vi si possono riconoscere a grandi linee le tre posizioni sopra menzionate: sinistra destra e centro – anche in un'epoca in cui si parla di morte delle ideologie. Secondo Assagioli ogni posizione ha una sua ragione d'essere. Non si tratta di cancellare o vincere l'avversario, di demonizzarlo o ridicolizzarlo. Se si guarda a una società nella sua interezza, ogni sua parte ha un suo significato e una sua funzione, proprio come in un organismo vivente.
Questa è una maniera molto diversa di guardare alla politica. Non siamo più nella cabina elettorale a domandarci: voto per questo o voto per quello? Osserviamo tutto da una maggiore distanza, e questo ci permette di capire. Ci mostra il significato, anziché farci immedesimare nell'una o nell'altra parte politica. Ci solleva da ogni partigianeria, da ogni coinvolgimento, per permetterci di comprendere che ogni parte ha una sua funzione nel tutto.
Se dunque adottiamo questo punto di vista, vediamo che la sinistra rappresenta il desiderio di cambiamento. E' il tentativo di eliminare ingiustizie e privilegi, di distribuire equamente le risorse, di superare le modalità tradizionali e introdurre nuovi metodi e atteggiamenti sperimentali.
La destra vuole preservare ciò che del passato ha valore, vuole mantenere un collegamento con la storia, e salvare ciò che nella tradizione è ancora vitale. Vuole onorare la tradizione ed evitare a tutti costi il tradimento o il tramonto di antichi valori, e ogni possibile involuzione dovuta al degrado morale.
Il centro ha la funzione di salvare l'integrità della società, modulare lo scontro fra gli estremi, frenare gli atteggiamenti troppo precipitosi, ma anche stimolare la società là dove ci fosse troppa lentezza nel cambiare. Idealmente le sue caratteristiche sono equilibrio e saggezza.
Naturalmente nella politica reale le cose si mettono in modo assai diverso. C'è la corruzione, la superficialità, l'ambizione. C'è la politica che diventa spettacolo. C'è la confusione ideologica, per cui non si capisce più chi vuole innovare e chi conservare. Ciononostante è bene tenere presente una interpretazione della società che sia più profonda e disinteressata di quelle a cui siamo fin troppo abituati.
Dunque non si tratta di dire che la destra ha torto e la sinistra ragione, o viceversa: questo modo di interpretare sarebbe già ben poco oggettivo. Come sempre la psicosintesi non offre dogmi o scelte preconfezionate, ma allarga la nostra visione e la nostra gamma di possibilità. E poi la scelta è una responsabilità nostra. Si tratta di scegliere la parte politica che più si addice al nostra caratteristiche e alla nostra verità. Ma anche di capire che non c'è una sola verità. In un organismo esistono varie funzioni fra loro antagoniste – sistole e diastole, veglia e sonno, fame e sazietà, moto e stasi. Nella psiche umana pure esistono copie di opposti: prudenza e coraggio, amore e volontà, ragione ed emozione. E' proprio dalla tensione fra opposti che nasce la vita. Entrambi gli opposti sono necessari, sempre che ci sia equilibrio.
Il guaio è che spesso l'equilibrio non c'è, e gli opposti possono degenerare. Come succede nella psiche umana, anche nella società ogni caratteristica che ho menzionato per sinistra destra e centro può essere soggetta a involuzione. E allora:
la sinistra può diventare fanatica, usare la violenza e la sopraffazione per sovvertire l'ordine costituito e produrre un cambiamento che poi si rivela traumatico, e portare a una trasformazione unilaterale, oppure iniziare un processo di cambiamento in maniera esagerata e troppo veloce. Può avere troppa fretta di cambiare e forzare i tempi, può non avere abbastanza senso delle proporzioni.
La destra può essere cieca, rigida, troppo conservatrice. Può essere attaccata alle forme, non riconoscere i bisogni e i diritti delle moltitudini, barricarsi nell'egoismo di classe, nel paternalismo, nell'oppressione e nello sfruttamento, ed essere troppo attaccata a forme istituzioni e idee che sono obsolete.
Tanto la destra quanto la sinistra possono reprimere il dissenso in modo violento.
Il centro può peccare di indecisione e tentennamenti, e quindi essere inefficiente. Può voler dare ragione a tutti e includere tutti quanti, ma finisce poi per non accontentare nessuno. Può essere opportunista e miope. Volendo accontentare tutti e prendere i voti di tutti finisce magari per fare compromessi senz'anima. Può rappresentare lo spirito borghese nel suo aspetto meno creativo.
Tutto questo può forse aiutarci a capire che una società, come un individuo, può crescere, può avere momenti di crisi di trasformazione, di stasi, o di involuzione, anche di morte e disintegrazione. Inoltre ogni società ha una Sé che si può e si deve manifestare.
Quest'ultima affermazione è di grande importanza. Per Assagioli ogni popolo ha la possibilità di manifestare il suo Sé, che è la sua missione o ciò che è in grado di contribuire alla storia umana. Pensiamo ai grandi geni dell'umanità: Beethoven e Leonardo, Goethe e Shakespeare, Proust e Picasso. Per Assagioli sono l'espressione dell'anima di una nazione. E' anche vero che ogni società non ha solo un Sé, ma possiede anche una personalità, spesso lacerata da contrapposizioni e conflitti. Secondo Assagioli, ogni popolo, più che dalla forma di governo scelta, è governato dal suo carattere. Anche questa affermazione è molto utile per capire ciò che succede in una società: hai voglia di cambiare e ricambiare le regole; se non c'è una trasformazione profonda della società, i problemi rimangono quelli di sempre. I cambiamenti esteriori non producono il vero cambiamento.
Le analogie sono pericolose. Possono essere prese troppo alla lettera. Possono aiutarci a capire di più, ma anche farci capire di meno. Io credo che l'analogia di Assagioli in questo caso ci possa aiutare a vedere con più serenità i rivolgimenti sociali che spesso, quando ne siamo presi in pieno come un'ondata che ci travolge, ci possono spaventare e allarmare o scoraggiare. Ci aiuta a vedere che la parte politica avversa non è un bubbone da eliminare, ma una realtà vivente che, dopo tutto, anche se in modo strampalato, disonesto, distorto, sta cercando di adempiere a una funzione che di per sé è pienamente legittima.
Come nel caso della psicosintesi individuale, si tratta di non identificarci con le vicende del momento, di non lasciarci impressionare da questo o quell'evento, ma imparare invece a salire a un livello più alto, da cui avere una prospettiva più ampia e più inclusiva. E quindi più serena.
Bibliografia
Roberto Assagioli, Psicosintesi interindividuale e cooperazione internazionale, lezione tenuta presso l'Istituto di Psicosintesi, 1965
Roberto Assagioli, La psicosintesi delle nazioni e dell'umanità, lezione 1965
Roberto Assagioli, Appunti manoscritti sulla psicosintesi sociale, Archivio Assagioli.
Roberto Assagioli, Equilibramento e sintesi degli opposti, opuscolo edito dall'Istituto di Psicosintesi, 196.
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